domenica 6 giugno 2010

La manovra economica


Appartengo a una di quelle categorie, i professori universitari, abbastanza duramente colpite dalla manovra in arrivo. Non è nemmeno la prima volta: già quando si era insediato, l'attuale governo aveva pensato di toglierci subito qualche automatismo stipendiale. A dirla tutta, anche i loro predecessori avevano fatto qualcosa di simile. Diciamo che sono soldi facili da recuperare.

Al riguardo, vi offro dei miei pensieri brevi brevi.
  1. Ci bastonano a cuor leggero: il comparto statale non è certo un serbatoio di voti per la destra: pochi ne prendevano, da noi, e pochi quindi ne perderanno. Per vincere le elezioni gli basta il controllo delle TV.
  2. Se questa è una fase di grave crisi, come pare, è giusto che i dipendenti dello Stato facciano per primi dei sacrifici. Dopo tutto, essi sono compensati dalla garanzia del posto a vita e in questi tempi bui non è poco. Vero è che un giorno, quando la crisi sarà passata, occorrerà recuperare terreno, visto che in certi casi i nostri stipendi sono la metà di Francia o Germania.
  3. E' giusto, quindi, che noi si faccia la nostra parte. Ma sarebbe ancor più doveroso che la propria parte la facesse chi se l'è sempre cavata a buon mercato. Senza parlare astrattamente di evasione fiscale, è stato pazzesco e mostruosamente ingiusto togliere l'ICI ai benestanti (perché di questo si tratta: con il meccanismo delle detrazioni, una modesta abitazione pagava poco o nulla). E non grida forse vendetta al cospetto di Dio che enormi capitali, frutto di evasione e chissà quali altri illeciti, siano stati ripuliti con il meccanismo dello scudo fiscale, pagando solo il 5% di tasse? (Per chi non lo sapesse, sulle supplenze universitarie le tasse superano il 55%.) E' da sottoscrivere la proposta di Travaglio: a chi ha fatto lo scudo fiscale, chiedere ora, a posteriori, un altro 10-15%.
  4. Già immagino le due obiezioni all'idea precedente, di raddoppiare o triplicare l'aliquota dello scudo fiscale. La prima obiezione eccepirebbe sull'etica: abbiamo fatto un patto, tu dichiari i soldi che hai all'estero in cambio di una certa somma, ora non sarebbe corretto contraddire l'impegno e chiedere di più. Balle! Lo Stato non dovrebbe farsi scrupoli di essere poco corretto con chi ha allegramente evaso il fisco per milioni. Pensi piuttosto a gran parte della popolazione e al suo problema di affrontare la quarta settimana. Per la seconda obiezione, la gente non si fiderebbe più dei condoni e ciò renderebbe impossibile farne altri in futuro. Secondo me questo non sarebbe affatto uno svantaggio, ma un'ottima conseguenza.