sabato 3 dicembre 2011

Il blog di Orboveggente

Orboveggente era il nick di un blogger simpatico e, un tempo, anche discretamente seguito. Lavorava presso un negozio di una grande catena di elettronica e gestiva il blog “Involuzione umana”, una divertente rassegna di esperienze con i suoi clienti. In pratica quasi uno sfogo, una vendetta per le quotidiane bestialità che doveva subire da somari, maleducati e presuntuosi. Alcune furono veramente epiche, tipo la vecchina che voleva a tutti i costi la riparazione della lavastoviglie nel reparto computer (perché queste lavastoviglie moderne dentro sono come dei computer) o quell'altro che voleva a tutti i costi un nuovo numero di telefono cellulare ma no, non voleva nessuna SIM; o quello che voleva la riparazione di un PC nel quale aveva installato un Windows piratato. Ho avuto il piacere di conoscere Orboveggente, nella vita N., ed anche la sua simpatica moglie che mi ha pure regalato un bel libro in tedesco sulla sua città, Hannover. Non ho conosciuto la piccola Lara Amélie nata dalla loro unione. Come molti sanno, Orboveggente sparì letteralmente dalla circolazione informatica due anni fa. Non rispose più ai messaggi di posta elettronica e non fu più possibile commentare i suoi post.

E' stato così che un paio di giorni fa, passando per caso dalle parti del centro commerciale dove lavorava, ho deciso di tentare di avere sue notizie. Ho messo la freccia e mi sono incolonnato a sinistra dove c'è quel semaforo un po' lungo, lo conoscete?, che permette di entrare nel parcheggio del centro commerciale. Davanti al semaforo rosso, nella mia testa volteggiavano numerosi interrogativi e fantasiose ipotesi.

Al reparto di N., quello dei computer, ci sono una ragazza tutta in tiro, con un trucco appariscente, e un ragazzo molto giovane e brufoloso. Mi dirigo verso la ragazza e le chiedo di lui. Lei mi squadra come uno scocciatore.

- E Lei è...

- Un suo amico, volevo salutarlo...

- No, non c'è.

- Ah... e sa quando posso trovarlo?

- No. Non lo so.

Un tantino maleducata, la fanciulla. Di sicuro non ha studiato dalle Orsoline, penso. Persino il suo collega sembra un po' in imbarazzo per quei modi bruschi.

- Ma, senta, per favore, posso chiedere a qualcuno che lo sappia? Cioè potrebbe dirmi se sa che c'è qualcuno a cui, insomma, voglio dire, …

Quando mi innervosisco mi impappino.

- Provi a chiedere nel reparto dove ci sono le lavatrici, vicino all'uscita.

- Grazie.

(E vaffanculo, penso.) Quando mi sono allontanato di una decina di passi, mi rivolto un attimo e la vedo comporre un numero al telefono. Vicino alle lavatrici vago un po' di tempo perché non trovo nessuno. Muovo la testa di qua e di là e infine c'è un signore in giacca e cravatta, apparentemente il direttore, che si avvicina.

- Buongiorno. Le posso essere utile?

Gli spiego che cerco N.

- Lei chi è?

Azz... quasi quasi tiro fuori la carta d'identità e gliela mostro.

- Un amico.

- Un amico, dice, eh? Un amico stretto?

- Un amico!

- Sicuro?

Comincio a essere veramente nervoso. Però non voglio litigare: non sia mai che N. abbia dei problemi coi capi a causa mia.

- Se dico una cosa è quella. Mi sta facendo un interrogatorio! Se mi vuole rispondere bene, altrimenti arrivederci e grazie.

- Noi non diamo informazioni sui nostri dipendenti. Anzi non diamo proprio informazioni.

Giro i tacchi e vado. Non so bene cosa sarebbe potuto uscire dalla mia bocca. Sono veramente incazzato. Questa gente quando ti vuole affibbiare un apparecchio che è un fondo di magazzino è tutta zuccherosa, se invece non sei lì per comprare ti tratta come una merda. Chissà se anche N. è così? No, non credo proprio.

Esco dal centro di umore nero. Subito fuori dal centro commerciale, un ragazzotto si fuma una sigaretta. E' il commesso brufoloso. Mi sorride. Lo guardo. Sembra voler attaccare discorso. Io sono un po' imbarazzato, vorrei dirgli che colleghi stronzi che hai. Ma lui mi sembra uno a posto. Comincia a parlare lui.

- Ma da quanto tempo è che non sentivi N.?

Gli spiego che in realtà non ho notizie di lui da anni.

- Eh, ce ne ha fatte passare quello.

- Prego?

- Lui e la sua mania di prendere in giro i clienti nel blog. I capi leggevano spesso il suo blog, alla ricerca di appigli legali per mandarlo via. Lui esagerava, eh! E in effetti ha esagerato, poveraccio.

Ah, è così. Ora ricordo questa circostanza. Glielo avevano detto di stare attento. Se un cliente si riconosce nel blog, può fare causa all'azienda. Era una paura esagerata, infondata: finché prendi per il fondelli una persona, ma quella non risulta riconoscibile, nessuno ti può querelare. Però cosa ci stanno a fare i dirigenti, se non rompono le scatole ai loro sottoposti? Ora però capisco l'atteggiamento al negozio. La paura di sanzioni, di licenziamenti, o qualcosa del genere.

- Ma io lo leggevo sempre il suo blog. Lui non citava mai i nomi delle persone e nemmeno il nome dell'azienda. Insomma dal punto di vista legale non faceva proprio nulla di sbagliato, di attaccabile.

- Dal punto di vista legale, no. Ma se prendi in giro la persona sbagliata, sono guai.

- E così, lo hanno licenziato?

- Ma no! Magari lo avessero licenziato. Lo hanno ammazzato!

Rimango in apnea una decina di secondi. Vorrei dire qualcosa ma senza emissione di fiato non si riesce.

- Una sparatoria al centro commerciale. E' stata la mafia russa. Sono venuti in tre coi Kalashnikov e hanno sparato centinaia di colpi dappertutto. Una specie di lezione. Noi siamo morti di paura e lui è proprio morto, povero Cristo. Ma non li leggi i giornali? C'erano dieci pagine sul Mattino, e anche sul Corriere della Sera...

Non lo ascolto più. Ora ricordo quel post. Quel maledetto post in cui raccontava di quel russo tatuato che voleva comprare un computer. N., burlone come sempre, lo prese in giro dicendo sono tatuaggi della mafia. Il russo diceva di no, che non era vero e N. rispondeva dai lo so, ho letto un reportage su Focus, te li fanno in carcere e sono come i gradi di un ufficiale. Lo scherzo non era stato gradito dal russo. La mafia è in Italia! rispose. Questi sono i tatuaggi di gruppo di amici che in carcere si trova e fuori dal carcere si aiuta... Scherzando, Orboveggente ci aveva preso in pieno. Ora il brufoloso mi racconta di come N. negli ultimi tempi non fosse più tranquillo. Si sentiva osservato, si guardava in giro, aveva delle sensazioni strane.

Nel parcheggio, strombazza un clacson. Anzi no: non era nel parcheggio. Era dietro di me. Io ero ancora in macchina, davanti al semaforo, in preda alle mie fantasticherie, e non mi ero accorto del verde. Sono salito su. N. c'era ed era vivo e in buona salute. L'ho preso un po' in giro.

- Allora non è vero che ti ha ucciso la mafia russa!

- No, no. Ma ancora ricordo i tatuaggi. Erano proprio quelli che la mafia russa fa a coloro che vanno in carcere.

Ci siamo fatti una bella risata.

- E nemmeno ti volevano licenziare, immagino?

- Forse sì, invece. Negli ultimi tempi del blog, avevo visionato gli accessi e venivano tutti dagli uffici della direzione. Forse erano alla ricerca di qualche elemento che rendesse riconoscibile il negozio. Se gli avessi dato qualche appiglio, può darsi che mi avrebbero licenziato davvero. Ora però abbiamo nuovi proprietari e vedute più larghe.

E così, cari amici, non solo Orboveggente non è morto. Ma forse tornerà al blog. Per quel poco che può pesare il mio parere, l'ho incoraggiato e spero che lo faccia davvero. Ma le belle notizie non sono finite. Lara “Croft” Amélie ha avuto una sorellina. Durante il ritorno a casa, in mezzo al traffico, sorridevo.


domenica 3 ottobre 2010

Lo strano aggressore di Belpietro...


...è stato visto solo dal caposcorta. Non ha lasciato tracce: nessun colpo sparato, nessuno lo ha visto fuggire, la sua immagine non è stata ripresa da alcuna telecamera.

Pensate anche voi quello che penso io?

lunedì 27 settembre 2010

Telecom Italia sempre più in basso

Quante cose vorrei scrivere su questo blog! Ma non trovo mai il tempo. Mi limito a far sbollire alcune incazzature.

Non riesco a immaginare azienda più scorretta della Telecom. Il servizio clienti del 187, poi, è quanto di peggio si possa immaginare. Dopo essere stato fregato dal videotelefono-che-non-si-vede, e insultato senza ragione un paio di volte, ho da lungo tempo abbandonato Telecom, passando a Tiscali. Non che mi illuda: so bene che le infrastrutture sono sempre le stesse e quindi continuo ad essere loro cliente per interposta azienda, per così dire. Comunque la maledetta compagnia telefonica continua a perseguitarmi. Come? Leggetevi i due messaggi che seguono e fatevi un paio di risate.


Raccomandata spedita il 26/11/2009

Ho da tempo risolto il contratto con Telecom Italia. Continuo a ricevere fatture a credito ogni due mesi, con addebito di spese postali. Al servizio 187, da me più volte contattato, sono state date indicazioni a dir poco stravaganti al riguardo*.

Chiedo pertanto: 1) La cessazione dell'invio di fatture; 2) Il rimborso di quanto dovuto; 3) Lo storno delle spese addebitate per spedizioni non necessarie.


Nota a piè di pagina nella raccomandata

Un'operatrice (in data 25/11) mi ha dato ben tre numeri di servizi amministrativi Telecom da interpellare: 800/121181, 800/623623, 800/595805. Peccato che due risultino inesistenti e a uno risponda la coop. Secondo un altro operatore, le fatture che ricevo vanno sommate: cioè, Telecom mi deve euro 15,50+15... e riceverò a casa un assegno per il totale di esse. A nulla è servito osservare che ciò mi sembrava molto inverosimile.


Fax inviato il 27 settembre 2010

SESSO

Adesso che ho ottenuto la vostra attenzione, vorrei segnalavi per la millesima volta il mio problema:

Non sono più cliente Telecom da anni. Ho un credito nei Vs. confronti. Anziché il rimborso, ricevo bimestralmente una stupida fattura ad importo negativo, con tanto di addebito di spese postali. Vi ho anche mandato una raccomandata e ho telefonato decine di volte al 187, ricevendo com'è consuetudine altrettante risposte diverse.

Fate una cosa per bene, una volta ogni tanto, e sistemate la questione.



domenica 6 giugno 2010

La manovra economica


Appartengo a una di quelle categorie, i professori universitari, abbastanza duramente colpite dalla manovra in arrivo. Non è nemmeno la prima volta: già quando si era insediato, l'attuale governo aveva pensato di toglierci subito qualche automatismo stipendiale. A dirla tutta, anche i loro predecessori avevano fatto qualcosa di simile. Diciamo che sono soldi facili da recuperare.

Al riguardo, vi offro dei miei pensieri brevi brevi.
  1. Ci bastonano a cuor leggero: il comparto statale non è certo un serbatoio di voti per la destra: pochi ne prendevano, da noi, e pochi quindi ne perderanno. Per vincere le elezioni gli basta il controllo delle TV.
  2. Se questa è una fase di grave crisi, come pare, è giusto che i dipendenti dello Stato facciano per primi dei sacrifici. Dopo tutto, essi sono compensati dalla garanzia del posto a vita e in questi tempi bui non è poco. Vero è che un giorno, quando la crisi sarà passata, occorrerà recuperare terreno, visto che in certi casi i nostri stipendi sono la metà di Francia o Germania.
  3. E' giusto, quindi, che noi si faccia la nostra parte. Ma sarebbe ancor più doveroso che la propria parte la facesse chi se l'è sempre cavata a buon mercato. Senza parlare astrattamente di evasione fiscale, è stato pazzesco e mostruosamente ingiusto togliere l'ICI ai benestanti (perché di questo si tratta: con il meccanismo delle detrazioni, una modesta abitazione pagava poco o nulla). E non grida forse vendetta al cospetto di Dio che enormi capitali, frutto di evasione e chissà quali altri illeciti, siano stati ripuliti con il meccanismo dello scudo fiscale, pagando solo il 5% di tasse? (Per chi non lo sapesse, sulle supplenze universitarie le tasse superano il 55%.) E' da sottoscrivere la proposta di Travaglio: a chi ha fatto lo scudo fiscale, chiedere ora, a posteriori, un altro 10-15%.
  4. Già immagino le due obiezioni all'idea precedente, di raddoppiare o triplicare l'aliquota dello scudo fiscale. La prima obiezione eccepirebbe sull'etica: abbiamo fatto un patto, tu dichiari i soldi che hai all'estero in cambio di una certa somma, ora non sarebbe corretto contraddire l'impegno e chiedere di più. Balle! Lo Stato non dovrebbe farsi scrupoli di essere poco corretto con chi ha allegramente evaso il fisco per milioni. Pensi piuttosto a gran parte della popolazione e al suo problema di affrontare la quarta settimana. Per la seconda obiezione, la gente non si fiderebbe più dei condoni e ciò renderebbe impossibile farne altri in futuro. Secondo me questo non sarebbe affatto uno svantaggio, ma un'ottima conseguenza.

domenica 31 gennaio 2010

RAI e SIlverlight

Ho scritto alla RAI il messaggio che segue. Chissà se mi risponderanno.

"Perché la RAI emette le proprie trasmissioni in Web usando il protocollo Silverlight di Microsoft? Anche senza volere entrare nelle intenzioni di Microsoft (monopoliste, probabilmente), è chiaro che questa scelta va a danno degli utenti, sempre più numerosi, che non hanno Windows. E' anche una scelta in controtendenza rispetto agli operatori più all'avanguardia nei servizi web, che stanno operando transizioni verso protocolli non proprietari; una scelta che proprio la RAI, in quanto servizio pubblico, avrebbe dovuto evitare."

mercoledì 25 novembre 2009

Fantastico 187

Il servizio clienti del 187, che potrei definire "dieci volte la stessa domanda, dieci risposte differenti" è uno dei motivi, seppure non il principale, per cui ho lasciato Telecom. Il principale è quello di avermi rifilato a caro prezzo delle baracche che loro chiamavano videotelefoni.

Dopo aver chiuso il contratto con Telecom, hanno cominciato a mandarmi fatture con importo negativo, la prima di -16€, con addebito di circa 50 centesimi per la spedizione. Dopo due mesi, -15.50€, con altro addebito; poi di -15€, ecc. ecc. Quindi tra cinque anni comincerò ad avere io un debito con Telecom che crescerà man mano negli anni.

Interpellati al riguardo, gli operatori del 187 hanno dato fantasiose spiegazioni. Una (il 25/11/2009) mi ha dato ben tre numeri di servizi amministrativi Telecom da interpellare: 800/121181, 800/623623, 800/595805. Peccato che due risultino inesistenti e a uno risponda la coop. Ma il massimo è stato quello secondo il quale le fatture che ricevo vanno sommate: cioè, Telecom mi deve euro 16+15,50+15...

Francamente, davanti a queste risposte non riesco a capire se ci sono o ci fanno...

Aggiornamento (26/1/2010): dopo che ho mandato una raccomandata, intimando che la smettessero di mandarmi le bollette... mi hanno mandato la successiva.

mercoledì 23 settembre 2009

Gli autobus e i taxi di Roma

Scrivo da Roma, dove sono per lavoro. Gli autobus di Roma, rispetto a quelli di Padova, sono una meraviglia di efficienza e di frequenza. Pur avendo diritto al rimborso del taxi ho dovuto rinunciare, perché alla stazione Termini avrei dovuto aspettare mezz'ora per la fila; appunto ho preso la linea 90 espressa che mi ha portato rapidamente a destinazione.

Tornando ai taxi: è incredibile che nel terzo millennio la lobby dei tassinari riesca a imporre simili umiliazioni ai clienti. Qual è il politico che li ha spalleggiati quando si sono opposti all'aumento delle licenze? Sandro Bertoloni? Milvio Berlucconi? Massì, dai, quello con la barzelletta facile... proprio non ne ricordo il nome.

Se ci saranno delle primarie del PD voterò per Bersani. Almeno lui ci ha provato.