venerdì 24 aprile 2009

Il Presidente del Consiglio Parrocchiale

Avrete fatto caso al fatto che il desiderio di darsi una qualche importanza porta la gente ad occupare ogni possibile spazio della convivenza tra esseri umani. Può sembrare strano a qualcuno, ma si lotta per perfino entrare nei consigli di classe, nei comitati di quartiere e nei consigli parrocchiali.

Il consiglio parrocchiale è un organismo consultivo istituito da alcuni parroci per mantenere un maggior contatto con i laici della parrocchia. Naturalmente le decisioni vere le prende il prete. Ci mancherebbe: le anime belle non hanno i piedi per terra e sarebbero capaci di stornare i fondi per la messa a norma dell'impianto elettrico della sagrestia, in favore delle missioni. Se il consiglio elegge un coordinatore, questo viene ad essere una specie di capo laico della parrocchia. Ne ho conosciuto uno. Ti guarda con sussiego, come a dire: “Rispetto, cacchio! Stai parlando col Presidente del Consiglio Parrocchiale!” Se gli chiedi un aiuto, la sua risposta non sarà mai un sì subito, ma un “vedremo”, “non è così semplice”, “ne parlerò con...”. Nulla pare appagarlo di più dell'esercitare i suo minuscolo potere, facendolo pesare quanto più possibile al prossimo. A Napoli alcuni dicono “comandare è meglio che fottere”. Non siete d'accordo? Neppure io.

Ora, è chiaro a tutti che il Presidente del Consiglio Parrocchiale è la prima vittima di sé stesso. Se avesse cose più importanti o interessanti da fare, come dirigere un'azienda, esercitare la professione medica, gestire una cattedra universitaria, ma anche suonare il flauto o riparare vetture d'epoca, non si perderebbe dietro ad un'attività così meschina. Lui sa che gli altri lo sanno e ne soffre. E' chiaro anche che non sono i Presidenti dei Consigli Parrocchiali il male dell'umanità, come lo sono invece i dittatori, i terroristi o le calamità naturali. Piuttosto, farei un paragone con le zanzare o le afte. Tuttavia, come una zanzara, il Presidente del Consiglio Parrocchiale farà in modo di starti addosso il più possibile, perché il senso della sua vita è quello di darti un pizzico.

martedì 14 aprile 2009

Qualche conto sul tressette

In una mano, la probabilità di avere

0 carichi sono del 1,548 %

1 carico sono del 9,778 %

2 carichi sono del 24,2 %

3 carichi sono del 30,73 %

4 carichi sono del 22 %

5 carichi sono del 9,183 %

6 carichi sono del 2,232 %

7 carichi sono del 0,306 %

8 carichi sono del 0,022 %

9 carichi sono del 0,001 %

10 carichi sono del 0,000008 %



Media: 3; Deviazione standard: 1,271.

Ora considiamo 50 smazzate di un giocatore, scelte a caso, e calcoliamo la media.

L'intervallo di confidenza al 99% per la media su tale campione è [2,54;3,46]

Quindi se uno crede di ricevere carte non eque (per es. da un software) può fare così:

* considerare le ultime 50 mani (sono circa 10 partite), ehi non vale scegliersele: le ultime!

* contare i carichi

* se i carichi sono meno di 127 (o più di 173), E' POSSIBILE LE CARTE NON VENGANO DISTRIBUITE IN MODO CASUALE

* MA SE SONO PIU' DI 126 (e meno di 174) LA STATISTICA DICE CHE SIAMO NELLA NORMALITA'